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L’istituto e il suo contesto territoriale

Le radici culturali del nostro istituto sono molto antiche e risalgono all’Italia preunitaria, quando l’attenzione rivolta all’istruzione ed educazione delle fanciulle a Salerno portò all’istituzione delle prime scuole private. Nel 1861 furono istituite, nell’ambito della provincia di Salerno, quattro scuole Magistrali femminili nei quattro capoluoghi di circondari: Salerno, Campagna, Sala Consilina e Vallo della Lucania. Di queste quattro scuole, però, nel 1866 ne funzionavano solo due, quella di Salerno e quella di Vallo della Lucania. Nel 1866 il Consiglio Provinciale Scolastico chiese al Ministero della Pubblica Istruzione che venisse istituita a Salerno una Scuola Normale per cinquanta alunne. Nell’attesa che il Ministero desse il suo benestare, il 22 dicembre 1867 il Consiglio Scolastico Provinciale del Principato Citeriore, su relazione del V Provveditore agli Studi di Salerno (1867-1892) Cav. Prof. Giovanni Scrivante “arciprete liberale” approvò la proposta di istituzione in Salerno della “Scuola Magistrale Femminile Permanente” finalizzata alla piena attuazione della legge Casati (1859), alla riduzione della piaga dell’analfabetismo, all’eliminazione della nomina comunale dei maestri elementari per i quali bastava fossero muniti di una patente di idoneità e di un attestato di moralità. La scuola assunse il nome di “Rebecca Guarna” prima donna-medico nella Scuola Medica Salernitana vissuta nel sec. XVI e famosa per i trattati “De Febris” e “De Urinis et Embrione“. La prima sede, inizialmente ospitante solo 45 alunne, fu allocata in via Tasso presso il palazzo nobiliare settecentesco dei Marchesi Ruggi d’Aragona alla cui progettazione avrebbe “lavorato anche il valente architetto napoletano Ferdinando Sanfelice” che ne avrebbe modificato il “primitivo impianto” che “si fa risalire al XVI secolo“. L’incremento della popolazione scolastica e le difficoltà derivanti dal pendolarismo delle alunne provenienti da tutta la provincia resero necessaria, nel 1869, l’istituzione di un Convitto femminile annesso alla scuola a spese della Provincia, e dopo altri due anni, nel 1871, fu creato il primo Giardino d’Infanzia, che venne affidato alle cure della Direttrice Sig.ra Bianca Petrovic. Quel Giardino d’Infanzia nato dall’intuizione dell’opportunità che le future insegnanti sperimentassero metodologie e facessero esercitazioni didattiche adeguate all’età prescolare, abbinava alle lezioni teoriche psico¬pedagogiche, osservazioni guidate sul campo, determinando un rivoluzionario laboratorio che preparò molte generazioni di insegnanti elementari. Nel 1873 fu istituita anche una Scuola Magistrale maschile con annesso convitto. Nell’anno scolastico 1880-81 la Scuola divenne regia e assunse la denominazione di Real Scuola Normale di Salerno con un indirizzo di studi corrispondente alla Scuola Media Inferiore ed un indirizzo superiore corrispondente alla Scuola Superiore Magistrale. Diventata statale, la Scuola Normale/Magistrale conobbe un grande sviluppo con l’istituzione di un Museo Didattico e di un Centro Sperimentale per le esercitazioni. Nel 1914, la Scuola, che fino ad allora era intitolata a Rebecca Guarna cambiò l’antica denominazione in quella di Istituto “Regina Margherita” che attualmente conserva. Nel 1917, nonostante le forti opposizioni fu istituita la Scuola mista. La continua crescita della popolazione scolastica impose il trasferimento nei locali della vecchia sede dei Mulini Scaramella, poi fu utilizzato Palazzo Pizzuti in via Mercanti. Nel 1934 fu varata la costruzione della sede del nuovo “Istituto Magistrale Comunale” progettato dall’ing. alle opere pubbliche Alfredo Ravera sui suoli della Fieravecchia. La costruzione dell’opera comportò non pochi problemi tecnici e di tempi per la necessità di espropriare e demolire vecchi edifici esistenti, così nelle more della sua realizzazione, con una crescente popolazione scolastica che nel 1939 raggiunse la cifra, incredibile per i tempi, di 1600 alunni si dovette utilizzare anche il Palazzo Tortorella in via De Martino (attuale scuola De Filippis), con altre succursali. Dopo il collaudo l’Istituto ebbe finalmente la sua sede, che fu inaugurata solo nel 1947 e che tuttora ospita la nostra istituzione scolastica. Nei primi anni ottanta il fronte principale prospettante sulla piazza Malta fu assegnato dal Comune al Ministero di Grazia e Giustizia ed è stato occupato fino ad oggi dal Tribunale di Sorveglianza-sez. penale, riducendo gli spazi destinati alla Scuola e privando l’istituto dello scalone di ingresso/uscita fondamentale per il deflusso di una popolazione scolastica di circa 1300 unità fra organico docenti, assistenti amministrativi e scolastici e alunni. Nell’anno scolastico 2021-2022 alcune aule dell’ex Tribunale destinate a codesto istituto  sono state consegnate compresa l’Aula Magna, finalmente restituita al suo uso. Inoltre, il liceo Regina Margherita ha ottenuto, non senza combattere, l’uso di cinque aule allocate presso l’IIS Genovesi – Da Vinci.

Il nostro Liceo è nel centro cittadino ma accoglie un vasto ambito di utenza. Oltre agli alunni residenti a Salerno, le aree geografiche di provenienza sono: in massima parte l’area della valle dell’Irno e l’area della piana del Sele, in minor numero provengono dai comuni Picentini e una parte esigua anche dai comuni degli Alburni. La sua posizione infatti gli permette di essere facilmente raggiungibile dagli studenti, in quanto la rete dei trasporti pubblici su gomma effettua regolare fermata davanti a Piazza XXIV Maggio prospiciente l’ingresso della scuola. A circa 200 metri è la stazione centrale delle Ferrovie dello Stato pure molto utilizzata dagli studenti pendolari provenienti dall’area orientale del territorio che va da Capaccio Scalo a Pontecagnano. In tal modo anche gli studenti provenienti dai paesi limitrofi raggiungono facilmente la sede centrale del Liceo. Tale caratteristica di raggiungibilità permane anche per le classi allocate presso l’IIS Genovesi -Da Vinci che si trova nei pressi di una stazione ferroviaria (Duomo-Vernieri) e non lontano dalla servitissima piazza San Francesco. L’economia in cui insiste il Liceo è quella tipica di una cittadina che basa la sua ricchezza sulla piccola e media industria e sul commercio anche se le politiche del territorio stanno privilegiando lo sviluppo dell’industria del Turismo e dell’indotto economico da esso derivante: la ristorazione con percorsi enogastronomici, artigianato artistico, itinerari per conoscere il centro storico medioevale e la scuola medica salernitana.

Lo Status socio economico e culturale delle famiglie degli studenti del Liceo è medio, e negli ultimi anni ha risentito della situazione economica generale. Il tasso di disoccupazione presente in Campania infatti è nettamente superiore a quello italiano e questo crea disagio agli studenti le cui famiglie spesso non pagano neanche le tasse scolastiche. Nel 2017 il tasso di disoccupazione in Campania è stato del 20,9% quasi il doppio rispetto alla media italiana, che per il 2016 si è attestato all’ 11,2%. Il tasso di immigrazione nel 2017 in Campania si è attestato al 4,1%, quasi la metà rispetto alla media nazionale (8,3%). In questo contesto tuttavia la presenza di studenti provenienti da famiglie svantaggiate è pari alla media nazionale ed inferiore alla media della Campania e del Sud. Sono presenti anche piccole aree di agiatezza economica, piccoli imprenditori, professionisti, commercianti. La popolazione studentesca presenta dunque un back ground medio e una preparazione scolastica in ingresso in relazione al voto dell’esame della licenza media in linea con la media campana e del Sud, leggermente inferiore rispetto ai parametri nazionali. L’elevato numero di scuole medie di provenienza, sia cittadine che dei paesi limitrofi, con le inevitabili diversità di impostazione e dei livelli di preparazione di base, richiede un maggiore impegno nell’organizzare il lavoro di accoglienza e di formazione delle classi. Pur nella disparità di formazione di base il contesto socio-economico risulta sostanzialmente omogeneo, con situazioni familiari e bisogni socio culturali omologhi. L’omogeneità territoriale e sociale favorisce la progettazione e la comunicazione. Il tasso di immigrazione è più basso rispetto alla media nazionale ed i pochi studenti con cittadinanza non italiana, in maggioranza iscritti al Liceo Linguistico, sono pienamente integrati anche grazie a percorsi educativi e formativi finalizzati all’inclusione attivi nella scuola. Sono presenti 37 alunni B.E.S. di cui 14 D.A., 11 D.S.A. e 12 di altro tipo. Il rapporto studenti insegnanti risulta adeguato ai bisogni. Nella scuola è attivo uno sportello di ascolto con docenti e psicologi specificamente formati alla gestione dei problemi familiari e adolescenziali.

Il Liceo effettua una indagine sistematica delle risorse del territorio, così da poter pianificare le collaborazioni anche sul lungo periodo, in considerazione dei diversi curricula di studio attivati. Le risorse e le competenze presenti nella comunità, la partecipazione e l’integrazione sociale sono finalizzati al miglioramento della proposta educativa e offerta formativa della Scuola ed all’incremento delle opportunità di formazione ed inserimento lavorativo offerto agli studenti. La crisi economica e la contrazione della spesa pubblica influisce negativamente sui contributi provenienti dagli Enti locali e non permette una programmazione sul lungo periodo in relazione a risorse finanziarie affidabili, per tale ragione il Liceo ha presentato negli anni progetti PON-FERS che hanno consentito di far fronte all’adeguamento degli ambienti. Sono stati realizzati nuovi servizi igienici, scale antincendio, porte di emergenza, un potenziamento della rete LAN WIFI, anche se non sempre gli enti hanno saputo ben monitorare gli interventi posti in essere, ne deriva un risultato deludente. Con Scuole Belle è stato realizzato il portone di ingresso, e tutte le aule e la palestra sono state ridipinte, le aule e gli uffici sono stati riforniti di tende ignifughe. Sono presenti le rampe e l’ascensore per il superamento delle barriere architettoniche. Persistono tuttavia problemi relativamente alla fruizione di tutti gli spazi dell’istituto di fatto sotto-dimensionato ad accogliere una popolazione scolastica fra studenti, docenti, personale amministrativo e ATA di circa 1300 unità.